GIAN PIERO MARRONE, DALLA TRADIZIONE AL GIRL’S POWER

agosto 29, 2019 / Culture, Langhe, Vino, Wine, WINERIES

Quattro generazioni di viticoltori in Langa che, negli anni, hanno saputo rispettare la tradizione, modernizzandosi e facendosi conoscere in tutto il mondo.

Sto parlando dell’azienda vinicola Gian Piero Marrone, dislocata in località Annunziata, fra le verdi colline di La Morra.

Ho visitato l’azienda Marrone, qualche giorno fa, accolta da Denise la maggiore delle tre figlie di Gian Piero, che con una grinta fuori dal comune ha saputo conquistarmi con i racconti della sua famiglia.

Tutto iniziò agli albori del secolo scorso con Carlo, il nonno, che possedeva allevamento di bestiame e viti in quei di Madonna di Como, dove ancora oggi è presente la centennale cascina famigliare, ricevuti in eredità dal padre Pietro.

A quei tempi, dimentichiamoci dell’attuale Langa, ricca e feconda; in questi luoghi era la malora, quella raccontata da Fenoglio nell’omonimo libro, la povertà più estrema. Si viveva di stenti e sacrifici.

Fu proprio “Carlot” il primo ad imbottigliare, trasformando l’attività privata, in una vera azienda commerciale, dove tutto era ancora “fatto a mano”: mentre il nonno imbottigliava bottiglia per bottiglia, la nonna applicava etichetta per etichetta a mano.

Lo spirito contadino del nonno fu tramandato poi a Gian Piero che, figlio degli anni ’60, visse in pieno il boom imprenditoriale e scelse di dare all’azienda un tocco più moderno, puntando sulle varietà autoctone di uve bianche.

Ma del contadino, Gian Piero conserva la minuziosa ricerca della perfezione, la voglia di seguire in prima persona i clienti storici, i lavori in vigna.

La prima vendemmia firmata Gian Piero risale al 1973, un anno funesto per la vigna, in quanto super piovoso e poco redditizio; ma nonostante il brusco inizio, l’azienda ha saputo puntare in alto, arrivando oggi a possedere 22 ettari vitati (di cui circa 17 in località Madonna di Como, e i restanti sparsi fra La Morra e Barolo) con una produzione annua che sfiora le 230.000 bottiglie totali, di cui il 60% di vini rossi e un 40% di vini bianchi.

Denise mi racconta buffi aneddoti della sua infanzia, che non è propriamente come quella di tutte le bimbe di 5/6 anni.

A quell’età lei era già entrata nel favoloso mondo del vino… Come? Accompagnando il padre a fare le consegne ai clienti, partecipando alla vendemmia, ascoltando i racconti dei nonni.

Ovvio che se ne sia innamorata, e che dopo esperienze di vita all’estero, sia voluta tornare a lavorare a casa.

Solo con le tre sorelle Denise (addetta all’export e all’accoglienza), Valentina (l’enologa della cantina, affiancata dall’enologo Donato Lanati) e Serena (addetta all’amministrazione e contabilità), l’azienda ha conosciuto l’estero. Infatti le vendite portate avanti dal padre riguardavano per lo più l’Italia; le figlie hanno saputo intraprendere attività di export management iniziando dalla vicina Svizzera ed esportando oggi in quasi tutto il mondo.

Immancabile rimane tuttora l’aiuto dei genitori, Gian Piero e Giovanna che aiutano le ragazze costantemente.

Dopo il racconto di vita inizia il giro della cantina, dalla zona dei rossi, ovvero la barricaia/bottaia che ci accoglie appena entrati in azienda: con 19 gradi constanti e un livello di umidità pari al 84 %, quest’area è dedicata alla conservazione e all’affinamento dei vini rossi, che in base al loro uso finale, riposano in barrique, tonneau o botte, escusivamente di rovere di Slavonia, Austria o Francia.

Denise non mi nasconde che c’è un forte ritorno alla vasca di cemento con gli interi vetrificati, di cui hanno alcuni esemplari nella Cascina in Madonna di Como, tanto discussa negli anni 90, che ora sta ritorando di moda per la resistenza e l’ottima capacità di conservazione del vino.

Altra scelta aziendale è quella di utilizzare barrique forgiate a vapore e non a fuoco, in modo da trasmettere la vino aromi meno tostati, più rotondi e morbidi.

Nelle barrique riposano i vini per i futuri assemblaggi, o i vini giovani. Ai tonneaux e alle botti spettano invece i vini superiori, più strutturati e di corpo.

La bottaia
La barricaia

I vini dell’azienda Marrona rappresentano a pieno le zone di coltivazione delle loro vigne: Santa Maria di La Morra dà grappoli che produrranno vini leggermente più delicati, più morbidi, con sentori di rosa e violetta evidenti; la Bussia, al contrario, dà vita a vini complessi, di corpo, dal lungo invecchiamento.

Interessante anche la zona di affinamento del loro Chardonnay, un’intera sala dedicata a barrique di rovere, dove lo Chardonnay viene batonnato per 15 mesi tutte le settimane.

Sala di affinamento dello Chardonnay

Mescolato a mano col bastone dai 3 ai 5 minuti, viene poi imbottigliato non filtrato in modo da regalare al cliente una qualità maggiore ed un gusto unico.

L’azienda assume l’aspetto di un mini castello, dalle immense volte e dagli scaloni reali, fino alla terrazza delle erbe e al tetto panoramico, che si apre a 360° sulle MGA del Barolo, dove è anche possibile svolgere una degustazione, tempo permettendo. Il Cedro del Libano ci osserva silenzioso, stagliandosi maestoso.

La terrazza delle erbe
La terrazza delle erbe

Denise, la sua grinta, le sue storie di famiglia, il suo impegno nel lavoro, così come quello delle sue sorelle… Tutto racconta di una storia di successo, di crescita, di miglioramento continuo e perfezione minuziosa.

Ancora meglio se si pensa che oggigiorno sono tre sorelle, tre donne che portano avanti un’impresa, con la I maiuscola, un vero esempio di girl’s power, che non può che essere d’esempio a tutti!

Complimenti e grazie per l’ospitalità dimostrata!

INFORMAZIONI DULL’AZIENDA
Frazione Annunziata, 13

12064 La Morra (CN) Italia

tel +39 0173 509288

e-mail: denise@agricolamarrone.com

Fb page: Agricola Gian Piero Marrone

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